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Francesco Moro - Comune di Sartirana Lomellina 1998
I Edizione

Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio 1998
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Andamento del concorso:

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Premiazione – Si è tenuta sabato 19 luglio alle ore 17,00 alla Biblioteca Comunale Francesco Moro in Sartirana Lomellina.
Tutti i partecipanti hanno ricevuto una copia della rivista Il Club degli autori con i risultati del concorso.

Risultati

La giuria della prima edizione del premio indetto dalla Biblioteca Comunale di Sartirana Lomellina (PV) con il patrocinio del Comune e la collaborazione tecnica e letteraria de Il Club degli autori, composta da: Paolo Pasini (sindaco del Comune di Sartirana), Luisa Denari (presidente della Biblioteca), Alma Rosa Santoni (direttrice didattica di Mede Lomellina), Giuseppe Castelli (docente di Lettere e storico d’arte), Felice Martinotti (poeta dialettale), Umberto De Agostino (pubblicista e segretario del concorso), dopo attenta valutazione delle opere pervenute ha decretato vincitori i seguenti autori:


Sezione Poesia in lingua italiana:


  • 1° class.: Lilia Derenzini di Travacò Siccomario (Pv) con “Silenzio nel Kent”


Vince Targa del Comune di Sartirana, una copia di “C’era una volta nella mia Lomellina” opera del professor Francesco Moro, e pubblicazione di un libro di 32 pp., edito da Il Club degli autori.


  • 2° class.: Adriano Scandalitta di Mortara (Pv) con “Sentirsi vecchio”


Vince Targa del Comune di Sartirana, volume di Francesco Moro, e pubblicazione di un quaderno di 32 pp. edito da Il Club degli autori.


  • 3° class.: Pierina Barbieri di Alagna Lomellina (Pv) con “Chiamalo amore”


Vince Targa del Comune di Sartirana, volume di Francesco Moro, e pubblicazione di un quaderno di 32 pp. autocopertinato.


  • 4° class.: Alberto Nebbiolo di Voghera (Pv) con “Ciò che nascondo”


Vince attestato e pubblicazione su Il Club degli autori e su Internet Club.it

  • 5° class.: Antonia Claudia Voncina di Gorizia con “Notte”


Vince attestato e pubblicazione su Il Club degli autori e su Internet Club.it


  • 6° class.: Maria Giuseppina Secchi di Olbia (Ss) con “E ci sembrava vita”


Vince attestato e pubblicazione su Il Club degli autori e su Internet Club.it


  • 7° class.: Davide Ghigna di Groppello Cairoli (Pv) con “Riflessione”; vince attestato e pubblicazione su Il Club degli autori e su Internet Club.it


  • 8° class.: Giorgina Busca Gernetti di Gallarate (Va) con “Agrigentum”


Vince attestato e pubblicazione su Il Club degli autori e su Internet Club.it


  • 9° class.: Claudio Bellini di Valenza Po (Al) con “Crisalidi d’acciaio”


Vince attestato e pubblicazione su Il Club degli autori e su Internet Club.it


  • 10° class.: Nello Bosco di Montebelluna (Tv) con “La neve nasce com‘è”


Vince attestato e pubblicazione su Il Club degli autori e su Internet Club.it


Sezione Poesia dialettale:


  • 1° class.: Angela Fullone di Alagna Lomellina (Pv) con “Al cadrighin dla nona”


Vince Targa del Comune di Sartirana, volume di Francesco Moro, e pubblicazione di un quaderno di 32 pp., edito da Il Club degli autori.


  • 2° class.: Angelo Vicini di Voghera (Pv) con “Prima ch‘â cântâ âl gal”


Vince Targa del Comune di Sartirana, volume di Francesco Moro, attestato e pubblicazione sul sito Internet Club.it


  • 3° class.: Maria Clara Quinale di Lomello (Pv) con “I prim culûr dla sîra”


Vince Targa del Comune di Sartirana, volume di Francesco Moro, attestato e pubblicazione sul sito Internet Club.it


  • 4° class.: Rosa Moraschi di Garlasco (Pv) con “I culur”


Vince attestato e pubblicazione su Il Club degli autori e su Internet Club.it


  • 5° class.: Clarita Guangiroli Dolzanelli di Garlasco (Pv) con “Un canton ad la lumlena”


Vince attestato e pubblicazione su Il Club degli autori e su Internet Club.it


La cerimonia di premiazione si è svolta sabato 19 luglio 1998 alle ore 17,00 presso la Biblioteca Comunale Francesco Moro in Sartirana Lomellina.

Opere vincitrici

Lilia Derenzini

1^ classificata

Silenzio nel Kent


Urlano i gabbiani volando sull’alta marea
un uomo affonda i piedi nel mare livido
il suo cane lo segue
domani sulla spiaggia che riaffiorerà
raccoglierò conchiglie le più strane
in Italia è già notte di vacanze chiassose
qua le alte scogliere del Kent sono rischiarate da un pallido tramonto
questo silenzio si racconta a me forestiera
piena di suggestioni.


Pierina Barbieri

3^ classificata

Chiamalo amore


Se dopo cinquant’anni insieme non la chiami più passione
chiamalo amore, chiamalo affetto
lo sguardo che si scambiano
avidi di assaporare, consapevoli
gli ultimi barbagli di vita
prima che l’ombra con la falce in pugno
mieta la prima vittima tra loro
allora saranno occhi ciechi di lacrime
a evocare giorni lieti
labbra avvizzite dal silenzio della solitudine
a invocare l’ombra che prenda la mano tesa
e accompagni sotto al cipresso
dell’ultimo traguardo insieme.


Alberto Nebbiolo

4° classificato

Ciò che nascondo


È destino, segnato, che un giorno me n’andrò
dal tetto che m’hai costruito, dalle coperte
che m’hai tessuto. E dilanierò, arrabbiato, coi denti,
l’ovatta di cui m’hai avvolto. Vorrò vedere il mondo.
E tu dovrai saper lasciarmi andare.
Vorrò conoscere, da solo, il mondo, e imparare
a soffrire, da solo. È destino. È umano.
E mi capiterà di pensare che non sono eterno,
che sono nato, e di provarne paura.
Un uomo è nulla di fronte alla magia che una donna – una fra tante – è capace di creare con le sue carni.
Ma è una madre – unica al mondo – a legare un figlio
in una rete di sentimenti che io stesso, stupito,
non riesco ad esprimere. Quant‘è difficile
parlare d’amore. E quella sera guardando le stelle
che brillano all’orizzonte di una terra lontana – non è solo la latitudine a separare la gente -,
capirò che erano quelle che bambino avevo sopra i nostri occhi.
E allora le parole mi sgorgheranno spontanee dal cuore.
Il canto sfogherà quei muti sentimenti che non avevano nome.
E in quell’ora ti dirò le parole che avevo vergogna di dire
che non sapevo dire perché non le conoscevo.
Ma madre, tu che hai capito i miei desideri e le mie paure
senza parlare, tu che guardandomi negli occhi sai
ciò che nascondo, credi ci sia bisogno di parole per dirti amore?
Ci sono momenti in cui un uomo deve tacere, quello sarà
uno di questi. Tornerò. E senza parlare mi aprirai la porta
di quel tetto, mi coprirai di quelle coperte, e mi sveglierò la mattina
come se non fossi mai partito. E non ti dirò ancora quelle parole
perché il loro nome tornerà sconosciuto.
C‘è bisogno di comunicare quando non ci si capisce. E allora
perché dovrei parlare?


Antonia Claudia Vocina

5^ classificata

Notte


E se non hai
la vita che vuoi


oggi soltanto
vivi di vento
vivi di mare


vivi di luna
e di stelle


in questa notte
che sembra creata
apposta per te.


Maria Giuseppina Secchi

6^ classificata

E ci sembrava vita


Restarono a lungo,
negli occhi di nostra madre,
i lampi della guerra.
Ma avremmo giurato
di fuochi d’artificio e stelle.
Camminavamo a stento,
tacendo il disagio dei piedi
infilati in calzini d’orbace
pungente come il cardo nell’orto.
E ci sembrava vita,
la vaghezza d’un suono,
tra il vociare confuso,
dal segreto di un portico…
Ma si straniva l’aria:
era una nenia,
non era una canzone.


Davide Ghigna

7° classificato

Riflessione


Palla di fuoco sospesa nel cielo: ti amo!
Odore di rabbia dalle mie mani
sapore di gloria fra le mie dita.
“Vivi la vita nel modo migliore: vedrai l’infinito” o il nulla.
Voglia d’amore richiede la vita;
la felicità mi sfugge,
la voglio, la cerco, la sento e tento d’afferrarla:
un secondo e poi ancora la vita.
Di nuovo.
La vita è vana
e l’odio e il dolore servono
per sapere d’esistere.
Parole ghiacciate,
regole non scritte
e subisci il potere.
Non avvilirti!
Tutto torna!
Il tuo cuore ti basta:
guarda nel tuo cuore e troverai cose inaspettate.
Capisci la vita e amerai il nulla, la morte, l’incognito.
Vivi tutto con ardente passione,
accontentati del tuo cuore,
guarda l’alba e vivila,
amala: capirai l’amore di Dio.
E se domani il mondo finirà
tu, effimero, riderai soddisfatto
e il mondo affogherà dentro ad un mare di rimpianti.


Giorgina Busca Germetti

8^ classificata

Agrigentum

a Salvatore Quasimodo


I mandorli bianchi
di fiori
sbocciati nel sole
di febbraio
in una nuvola candida
esalano
dolci profumi.


L’arenaria sgretolata
delle colonne doriche
corrose dal vento
e dal tempo
oggi appare meno triste
nella sua veste
di rovina.


Il telamone inerte
sull’erba ormai verde
“nel giardino di Zeus”
è lugubre segno
della fine.


Ma il bianco profumo
dei mandorli
risveglia la vita
in un teatro
di morte.


Claudio Bellini

9° classificato

Crisalidi d’acciaio


Questi figli che cavalcano anni veloci,
anime di cartapesta svezzate
a benzina e telegiornali intinti nel sangue.


Questi figli che giocano a tatuarsi
le braccia di implacabili buchi,
e viaggiano con i sensi intorpiditi
dentro lune di ghiaccio
e crisalidi scolpite nell’acciaio.


Questi figli che colpiscono alle spalle,
abbagliati da un Dio in filigrana
gettano alle ortiche coscienza e rimorsi.


Sono germogli impauriti
spesso bruciati dalle bugie dei padri
che si donano al progresso
come capretti sull’altare.


Questi figli che sfidano la morte
sopra strade d’asfalto tagliente,
come bambole di cera
baluginano al riflesso d’impietose lamiere.


E per una volta ancora
si sentiranno più grandi
talmente adulti da non riuscire
più a perdonare.


Nello Bosco

10° classificato

La neve nasce com‘è


Forse tu ancora pensi alle stelle,
a lontane regioni sognate,
alle lunghe storie dissoltesi
dopo il racconto dei nonni
un po’ prima del sonno,
nelle fredde serate friulane,
quando, piccola,
ti chiedevi se la neve nasce com‘è,
o qualcuno si affanna a tingerla candida.


Pensi ancora ai primi giorni di scuola,
a quando arrossivi per un piccolo gioco,
a quanto veloci si son fatti i tuoi giorni,
a come era pigra la vita in quel tempo…


Poi la vita ha piazzato le mosse,
ora sempre qualcosa ti preme,
fino al grande pensiero che evolve,
fino al giorno d’amore sognato.


Ora, grande,
con la neve ancora ci giochi,
e ti si legge magia,
negli scuri di sogno.


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